Quello che mi fa paura è l’ignoranza di taluni personaggi, che hanno contribuito a fare di questi tempi discordia e sterilità nella parola, ma una cosa mi fa ancor più paura, e sono coloro che li ammirano e cercano esempio nelle loro gesta prive di qualsiasi scrupolo. – Volumi di storie, vite intrecciate, testimonianze ricordano quante onde a scaldare quel timore che sapeva di gelide notti. Tremolio di un sogno che sperava fare rifugio, cannibale è il momento, mietitura del sentimento. (Casa Museo Sotto l’Etna)
Archivio della categoria: art installations
Alchimia del Pulitore. (I Tre Pesci e il Pulitore)
Paura della luce, è la storia di una talpa emotiva che trascorre le sue giornate alle pendici del vulcano, dove l’acqua solca la mano e i pescatori lanciano le reti. Mediterraneo, frutto di passione e religione, impronte sigillate dal fuoco, bolle fluttuano nello spazio. L’uomo è sempre stato così, fin quando il raccolto è prossimo, le scale saranno ornate e i balconi in fiore, ma nell’intimità solo le preghiere allontanano il timore. La luce emanata dalle parole del dolore sostenute dall’amore, sono vive nel silenzio, omaggiano il Sacramento, intenso è lo spirito che le accompagna, provengono da radici come le viti. Profondità del vento che origlia dentro un pozzo, farfalle planano sopra la punta del monte, le margherite riposano ai piedi dell’anziano pino. Servitori di un racconto che il lieto attende senza ricordo. Cupole di un mondo, mani come tegole proteggono l’incontro. (Cortile delle Nevi)
vento satellitare
social house contemporary artist
Vestirsi da Re, sedersi in parlamento, storcere il mento dando adito al vento. Non desiderare cambiamento, urla senza pentimento, rapimento al cospetto della verità. Un fuoco arderà, e la speranza trionferà. La casa è l’inizio, forza e umiltà scaldano la nuova luce. È nuovamente sera, ogni notte nel sonno miglioriamo per il giorno avvenire. Buoni sogni, e che la Pace possa proseguire. Arte invisibile compagna
Archivio Fotografico Alessandra Saccà +39 339 5384815 www.alessandrasacca.com
Hope
Se parlo dell’artista, parlo anche dell’uomo. Dell’anima che agita il suo pensiero, le sue azioni. Che a noi arrivi il gesto simbolico, che ci colga con le sue impronte, le sue parole intorno al mondo, questo è ciò che serve in un momento fragile come questo.
È da anni che Claudio Arezzo Di Trifiletti racconta di comunione tra gli uomini, di coscienza mondiale, di arte che raccolga il senso comune, la festività delle occasioni. Il raduno delle memorie, i passi sugli asfalti nelle grandi metropoli, il contatto tra menti che condividono gli stessi sentimenti, che possono, che devono inoltrare una rivoluzione sociale. Fatta di ascolto, di un nuovo modo di avvicinare la natura, di renderla nelle nostre ombre, nelle nostre vite, regina e madre, superiore e vicina.
È il senso religioso che Claudio Arezzo Di Trifiletti avanza nel cuore e nei suoi imprints colti nelle strade del mondo e ricostruiti nelle tele abitate da uomini e donne che partecipano alla preghiera. Un afflato che ha bisogno di essere ascoltato, affinché l’arte non sia spaesamento o diversivo, ma luogo di ri-creazione cosmica e ricerca di obiettivi animici in divenire.
Daniela Frisone