Catania 26 – 02 – 2010 – ore 03.06: Tutto ciò che ci circonda ha uno schema ben preciso nel nostro passaggio, a volte basta accorgersi di ciò che apparentemente non ci guarda per sentire la sua voce e vedere il suo racconto, io faccio questo. Raccolgo anche il legnetto più insignificante, a volte anche dai rifiuti scorgo storia, sento ancora il bisogno di vivere. Chi lo ha detto che nella materia non c’è Vita, a mio avviso è importante andare oltre ciò che riconosciamo, in questo modo è possibile varcare nuove conoscenze, che contribuiscono su più fronti alla salvaguardia del Pianeta.
Simboli, immagini, riflessioni continue, attimi che oscillano nel tempo, parole che aprono e parole che chiudono, respiri che si incontrano in un battito, amplificando la presenza avanti la porta, dinanzi il panorama di tutte le dimensioni. Suoni senza ne virgole ne punti, che assorbono la strada da percorrere, predestinata dal primo respiro della nota, al conseguimento del proprio numero su un palco dove tutto è presente, pur non essendo visibile nell’immediato, come una pianta dentro un seme, come la vita dentro uno sguardo.
Vado avanti, prendo caffè e non mi fermo, seguo la traccia del sentito, cammino e vedo, vedo e sento, dormo poco, sogno molto, basta un pizzico per tornare subito, ma sono sempre immerso nel mio mondo. A volte mi chiedono cosa faccia, io scolpisco, dipingo e scrivo, arredo e disegno, coloro la vita di coloro che mi circondano, penso e ripenso a tutti, come in giro, dentro il mio cuore non c’è persona che non incontro. Nei miei sogni, sono tutti pronti a porgermi la mano e aiutarmi, ognuno col proprio tempo. La vita è un gran miracolo, specie quando si vive sotto un riparo, e si pensa a tutti coloro che corrono per un ristoro sotto le stelle, purché solo quelle. Rifletto di continuo, prego a bassa voce, a volte non mi accorgo di quello che prego, ma penso, e ripenso mentre chiudo la porta, a coloro che porta non hanno, a coloro che quando dormono, non chiudono gli occhi, perché non possono. Ammassati viaggiano, sopra legni curvi comprano crociere incerte, alla riva attendono prima e dopo, con la speranza stretta ai pugni, pugni duri come la pietra, ma non come il cuore, perché il dolore li spezza, e il miracolo li sterza per la vita. A tutti coloro che corrono per un nuovo giorno, a tutti coloro che non rinunciano al domani, dedico questo mia traversata. Artista Clandestino, perché da clandestino viaggio attraverso un tempo tutto mio, perché basta uno sguardo per rendermi conto che non sono ricco e non sono povero, ma sono vivo e tutto questo è un gran tesoro.
vino vendemmia 2011
Sempre pronti a proporre un prodotto superiore. Sempre pronti ad essere irresistibili, senza età, senza tempo, a scambiare un sorriso con una stretta di gioia. Sempre pronti a rimpiazzare i nostri sentimenti con un nuovo comodino, sempre pronti a bucare una montagna, asfaltare una strada. Sempre pronti a dire: “E’ colpa sua”, senza capire che a casa non vivono colpe, ma rimedi. Sempre pronti a dire: “Come stai???” E sempre pronti a rispondere: “Bene”, mentre parte del mondo ha dimenticato la parola. Sempre pronti a dire: “Belle queste scarpe!” senza capire che anche le scarpe vogliono camminare. Sempre pronti a suonare, perché non c’è tempo di guardare. Sempre pronti a gioire per quello che ci piace fare. Sempre pronti a lavorare, perché è quello che ci piace fare.
Un artista è come un giornalista, documenta attraverso immagini, forme, il sentire interiore di viaggi, scoperte, visioni. L’artista nel mio percorso viene interpretato, da tutti gli incontri che provo a concedermi, nell’intimità che si riconosce in un familiare.