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Oltre il Traguardo

Anima, corpo fisico, respiro, suono interiore, apprendimento. Risveglio, connessione, frequenza del battito, regolazione dell’impulso, coscienza, esistenza. Voce, orecchio, melodia, armonia, sollevarsi dall’apatia, empatia. Preghiera, silenzio che splende nella cassa armonica. Matematica, perdono, allineamento e costruzione. Codice, perdonarsi, donarsi, ritrovarsi nel dono, essere ristoro. Elevazione dall’io, sottomissione alla lezione, inesorabile missione. In guardia attraverso il bene. Verità, complesso delle spiegazioni svanisce, esordisce la giustizia, l’equilibrio delle sorti. Azione, reazione, esce e rientra sotto altra forma. (Cenere e Vapore)

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La prima volta che salì su un pedalò eravamo al lago di Misurina, lo noleggiavamo interi pomeriggi, ricordo mi piaceva molto l’odore di quell’acqua, il suono di quelle eliche, il perlustrare i piedi della montagna. (I Tre Pesci e il Pulitore)

Alchimia del Pulitore. (I Tre Pesci e il Pulitore)

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Paura della luce, è la storia di una talpa emotiva che trascorre le sue giornate alle pendici del vulcano, dove l’acqua solca la mano e i pescatori lanciano le reti. Mediterraneo, frutto di passione e religione, impronte sigillate dal fuoco, bolle fluttuano nello spazio. L’uomo è sempre stato così, fin quando il raccolto è prossimo, le scale saranno ornate e i balconi in fiore, ma nell’intimità solo le preghiere allontanano il timore. La luce emanata dalle parole del dolore sostenute dall’amore, sono vive nel silenzio, omaggiano il Sacramento, intenso è lo spirito che le accompagna, provengono da radici come le viti. Profondità del vento che origlia dentro un pozzo, farfalle planano sopra la punta del monte, le margherite riposano ai piedi dell’anziano pino. Servitori di un racconto che il lieto attende senza ricordo. Cupole di un mondo, mani come tegole proteggono l’incontro. (Cortile delle Nevi)

vento satellitare

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I gabbiani che si lanciano segnali anche la notte non li sente chi ascolta imperterrito le notizie preconfezionate. Vento satellitare, superficie mediatica, pozzi dell’insensato, acclamazione del nulla, gallerie spodestano formicai, prurito della lucertola, lingua del pappagallo.

Story of a Patrician Holy Family in Sicily

Catania, 5 febbraio 251 – “Bambina mia non ti esporre, lo sai che noi cristiani siamo perseguitati” Questa è la storia di una famiglia tra le più influenti del mondo, risiedeva nella città di Catania. Palazzi, ori e gioielli, salotti e giardini, una casata con antiche radici patrizie, misericordia, luce di pace risiedeva in quelle mura.

Racconto di una Santa Famiglia Patrizia in Sicilia

Racconto di una Santa Famiglia Patrizia in Sicilia

Agata era sempre fuori, in mezzo alla campagna, correva e cantava lodi al Signore, era un mondo dove il popolo si inginocchiava, faceva omaggio a bestie di pietra, chiamate in quell’epoca divinità. Catania era una città differente, fatta di povera gente, giardini e cavalli, le strade erano di terra battuta, oggi sono a circa 15 metri di profondità sotto il contemporaneo. Padre e madre, profonde guide devote al Cristo per generazioni, non riuscirono a sottrarre la figliola dalle grinfie di quel potere terreno assodato tra impero e tenebra. “Bambina mia, perché doni tutti i tuoi abiti?” Agata si disfaceva di tutta la materia, gioielli per lei erano il pane della sua gente, si rammaricava quando incontrava tristezza e il suo volto era di un candore disarmante. Provarono ripetutamente a corrompere il suo animo, ma niente poté arrestare la Sua completa devozione allo Spirito dei cieli. Teatri offrivano scenari atroci, coloro che perseguivano l’insegnamento di Gesù erano perseguitati, beffeggiati, imprigionati, buttati tra le belve, questo era lo spettacolo. Agata perdona tutto e tutti, il suo dolore è strada verso l’Altissimo. Testimonianze manifestano l’appartenere all’Onnipotenza, ma vengono sempre prese come sfide al potere terreno, al punto da dover proteggere anche i suoi carcerieri dall’improvvisa apertura dei cancelli di tutte le celle. Luce Benedetta, Manifesta, Guarisce le Sue ferite, dolore, refrigerio, calore, guarigione. Prigionieri tornano liberi, ma Lei non può andare, i soldati non vuol fare giustiziare, continua essenza amorevole persevera, i suoi seni sono integri. Agata viene nascosta in una vicina tenuta di proprietà della famiglia, oggi sarebbe San Giovanni Galermo, questa volta è davvero in pericolo. Quinziano la vuole giustiziare, il popolo viene perseguitato alla ricerca di una confidenza su dove potesse trovarsi la perseguitata. Agata racconta l’amore universale, evangelizza i contadini che lavoravano la terra. All’improvviso la notte viene portata via dai soldati che riuscirono a rintracciarla. Rapita con violenza sarà giustiziata alle prime luci, la madre non potendo fare altro, porge alla figlia un’antichissima stoffa, chiamato oggi Velo di Sant’Agata che la proteggerà dal fuoco, ma non dall’insaziabilità di sangue perpetuo dell’impero, eppure il proconsole era stato messo in guardia: “ Lascia stare Agata”, ma niente sembrava scalfire il dominio che reggeva le sorti di quella fanciulla. Verrà portata senza vita fisica dentro le grotte che si trovavano nell’antico cimitero, oggi la fiera (Piazza Carlo Alberto). Agata era molto affezionata a quei luoghi, il suono dei ruscelli, il soffio di quel bosco. Agata Martire, Etna Martire, Madre Terra Martire, chi conserva valori risiede in tesori spirituali. Il Velo, potrebbe essere appartenuto all’Immacolata Concezione e tramandato da famiglia in famiglia. Quinziano in fuga scompare insieme alle sue vili gesta e Catania torna ad adorare quella bambina che solo amore di vero cuore sapeva donare. Questa è la storia della più bella famiglia che abbia messo piede in questa terra, il racconto di ramificazioni di Santi in Sicilia è vasto, come la memoria sotterrata. Devozione, testimonianza, tramandare preghiere, ascoltare, colonne sono polvere difronte il desiderio di rinascita. Agata sarà la liberazione della patria.