Beata la terra che ricorda promessa, benedetti i mari che non fanno protesta, in cielo l’uomo la cui legge è l’amore. Madre Terra Richiama All’Ordine (Etna)
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Rifugio
Etna / Capo Gallo – Fuga dal buio, fuga dal dolore, fuga dalla morte, rocce monumentali che offrono riparo, diventano rifugio. Voglio vivere avvolta nella loro ombra che diventa luce, sono piena, sono piena di vita. / Ucieczka z ciemności, ucieczka od bólu, ucieczka od śmierci, schronieniem stają się monumentalne skały zapewniające schronienie. chce żyć otulona ich cieniem, który staje się światłem, jestem pełna, jestem pełna życia. (Patrycja Edyta Stefanek)
Colore, impasti di memoria, asciuga il foglio, alchimia della carta, le buste del mercato hanno consistenza umana. Sfere, tutto gira, movimento circolare, raggi del pensiero, espansione. Adagio seguo le tracce confuse tra la nebbia del pane (1-10)
Mia e i possessi di pipì. Una bambina inveisce contro la madre, il padre con voce rassicurante chiede alla figlia di smetterla. I polsi dei bambini sono sacri, sintonia armonica. Pungitopo / Bello lasciare le finestre aperte, a me piace tanto (Cortile delle nevi)
Mediterranean soul
Story of a Patrician Holy Family in Sicily
Catania, 5 febbraio 251 – “Bambina mia non ti esporre, lo sai che noi cristiani siamo perseguitati” Questa è la storia di una famiglia tra le più influenti del mondo, risiedeva nella città di Catania. Palazzi, ori e gioielli, salotti e giardini, una casata con antiche radici patrizie, misericordia, luce di pace risiedeva in quelle mura.
Agata era sempre fuori, in mezzo alla campagna, correva e cantava lodi al Signore, era un mondo dove il popolo si inginocchiava, faceva omaggio a bestie di pietra, chiamate in quell’epoca divinità. Catania era una città differente, fatta di povera gente, giardini e cavalli, le strade erano di terra battuta, oggi sono a circa 15 metri di profondità sotto il contemporaneo. Padre e madre, profonde guide devote al Cristo per generazioni, non riuscirono a sottrarre la figliola dalle grinfie di quel potere terreno assodato tra impero e tenebra. “Bambina mia, perché doni tutti i tuoi abiti?” Agata si disfaceva di tutta la materia, gioielli per lei erano il pane della sua gente, si rammaricava quando incontrava tristezza e il suo volto era di un candore disarmante. Provarono ripetutamente a corrompere il suo animo, ma niente poté arrestare la Sua completa devozione allo Spirito dei cieli. Teatri offrivano scenari atroci, coloro che perseguivano l’insegnamento di Gesù erano perseguitati, beffeggiati, imprigionati, buttati tra le belve, questo era lo spettacolo. Agata perdona tutto e tutti, il suo dolore è strada verso l’Altissimo. Testimonianze manifestano l’appartenere all’Onnipotenza, ma vengono sempre prese come sfide al potere terreno, al punto da dover proteggere anche i suoi carcerieri dall’improvvisa apertura dei cancelli di tutte le celle. Luce Benedetta, Manifesta, Guarisce le Sue ferite, dolore, refrigerio, calore, guarigione. Prigionieri tornano liberi, ma Lei non può andare, i soldati non vuol fare giustiziare, continua essenza amorevole persevera, i suoi seni sono integri. Agata viene nascosta in una vicina tenuta di proprietà della famiglia, oggi sarebbe San Giovanni Galermo, questa volta è davvero in pericolo. Quinziano la vuole giustiziare, il popolo viene perseguitato alla ricerca di una confidenza su dove potesse trovarsi la perseguitata. Agata racconta l’amore universale, evangelizza i contadini che lavoravano la terra. All’improvviso la notte viene portata via dai soldati che riuscirono a rintracciarla. Rapita con violenza sarà giustiziata alle prime luci, la madre non potendo fare altro, porge alla figlia un’antichissima stoffa, chiamato oggi Velo di Sant’Agata che la proteggerà dal fuoco, ma non dall’insaziabilità di sangue perpetuo dell’impero, eppure il proconsole era stato messo in guardia: “ Lascia stare Agata”, ma niente sembrava scalfire il dominio che reggeva le sorti di quella fanciulla. Verrà portata senza vita fisica dentro le grotte che si trovavano nell’antico cimitero, oggi la fiera (Piazza Carlo Alberto). Agata era molto affezionata a quei luoghi, il suono dei ruscelli, il soffio di quel bosco. Agata Martire, Etna Martire, Madre Terra Martire, chi conserva valori risiede in tesori spirituali. Il Velo, potrebbe essere appartenuto all’Immacolata Concezione e tramandato da famiglia in famiglia. Quinziano in fuga scompare insieme alle sue vili gesta e Catania torna ad adorare quella bambina che solo amore di vero cuore sapeva donare. Questa è la storia della più bella famiglia che abbia messo piede in questa terra, il racconto di ramificazioni di Santi in Sicilia è vasto, come la memoria sotterrata. Devozione, testimonianza, tramandare preghiere, ascoltare, colonne sono polvere difronte il desiderio di rinascita. Agata sarà la liberazione della patria.
the golden child
IL BAMBINO D’ORO – C’era un bambino che a scuola era sempre assente, sguardo fisso alla cattedra, voce della lezione note viaggi senza destinazione. Un giorno incontrò un’insegnante che conosceva il metodo d’apprendimento per quella minoranza, non presa in considerazione pur avendo un dono d’eleganza con i numeri e la loro danza. In meno che non si dica, risolveva con un battito di ciglia, il problema era il primo come il numero che custodiva, non si poteva stravolgere l’insegnamento, lui era il solo, era meglio facesse parte della dimenticanza.
Return memory to the earth
Il Bosco delle Yucche, Ferrovia Circumetnea Nesima (Catania). Restituire Memoria alla Terra, contrastare l’inquinamento elettromagnetico, donare ossigeno al futuro.
Time for a shower
“Lettere al dott. B” Presentazione del libro d’artista di Giovanna Brogna/Sonnino 19 ottobre, ore 18.30 Église, via dei Credenzieri, Palermo Nell’ambito della rassegna “DINTORNI | Luoghi circostanti per l’arte 2019 – ISOLA ISOLE”, sabato 19 ottobre, ore 18.30, negli spazi di Église a Palermo si terrà la presentazione del libro d’artista numerato di Giovanna Brogna/Sonnino “Lettere al dott. B”. Nel volume – che non è solo un libro d’artista ma anche autobiografia ed epistolario – confluiscono i diversi linguaggi che l’autrice ama sperimentare e l’isola, luogo geografico da cui l’autrice si allontana e ritorna ciclicamente, coincide con una condizione esistenziale in cui il superamento dell’isolamento coincide con il ritorno alla vita. “Lettere al dott. B” è una raccolta di lettere per Piero Bellanova, uno dei padri fondatori della psicanalisi italiana che coltivava la passione per la pittura, la musica e la poesia ed era ben inserito nel milieu artistico d’avanguardia. Giovanna Brogna/Sonnino si rivolge al dottor Bellanova per una sindrome di depersonalizzazione compilando, con continuità dal 1979 al 1987, un epistolario composto da lettere battute a macchina e accompagnato da materiale eterogeneo come cartoline, ritagli, documenti e fotografie analogiche, per lo più opera dell’artista che proprio in quegli anni inizia a confrontarsi con il mezzo fotografico. Nata a Catania e formatasi in Storia dell’arte all’Università degli Studi di Firenze con Carlo Del Bravo, Giovanna Brogna/Sonnino si specializza come cineoperatore a Roma, lavora per la RAI e realizza, anche in qualità di autrice e produttrice indipendente, film, docufilm e documentari, dedicandosi parallelamente alla fotografia e alla scrittura. Con Giovanna Brogna Sonnino dialogheranno Cristina Costanzo, storico dell’arte e autrice di un testo critico sul volume, Francesco Piazza, direttore artistico e curatore della rassegna, Iole Carollo, fotografa.
17 – TERRA (N.2)
TERRA
TERRA…, TERRA…,
CADE LA LUCE
PRENDO LE TUE MANI
COSI’ MI SCALDERO?
… NON SCORDARE QUESTA NOTTE…
6-2-1995 Antonio Paternò del Toscano
Sicily island of the world
Mi piace pensare che un giorno torneremo tutti a mangiare la frutta dall’albero, mentre i bambini cercano le uova nel pollaio. I papiri crescono nella gebbia, tra ninfee e pesci, e gli uccelli volano alti nel cielo, mentre di notte le volpi cantano, e i ricci escono senza paura. I disegni nelle pietre raccontano di un mare che ora è deserto, dell’acqua senza possesso, della terra che ci è stata donata per essere amata.
I like to think that one day we will all go back to eating fruit from the tree, while children will look for eggs in the chicken coop. The papyri grow in the gebbia, among water lilies and fish, and the birds fly high in the sky, while at night the foxes sing, and the hedgehogs come out without fear. The designs in the stones tell of a sea that is now a desert, of water without possession, of the land that was given to us to be loved.
Aiuta che Dio ti aiuta era un detto antico, molto potente che è stato sminuito. Porti chiusi, porti aperti, è un modo come dividere, buoni e cattivi, fascisti e comunisti, mi dispiace resto solo. La verità è, che la Sicilia insegnerà al mondo, l’essenza dell’amore, che equivale alla realizzazione. Abbiamo terra, acqua, risorse di ogni genere, per far tornare il contenuto dentro le parole, per riscoprire la radice del candore. Pace
Help others because God helps you was an ancient saying that was very powerful and that has lost its appeal. Closed ports, open ports, it’s all a way to divide people into groups: good and bad, fascists and communists. I’m sorry, I’m on my own here. The truth is, that Sicily will teach the world the essence of love, which is equivalent to realization. We have land, water, resources of all kinds, to bring the meaning back into words, to rediscover the root of candor. Peace
La cosa più bella che ho appreso in Oriente, è che la preghiera risiede nel silenzio dei passi inascoltati.
The most beautiful thing I learned in the East is that prayer resides in the silence of unheard steps.
Non desidero avere tutto, perché sarebbe niente, desidero avere il giusto, perché il giusto è per sempre.
I don’t want to have everything, because in the end it would amount to nothing, I want to have what suffices, because that will last forever.
Perché a volte il vento è forte quanto la corrente, bisogna avere nervi saldi, e non siamo sempre ottimi marinai.
Sometimes the wind is as strong as the current, so you need to have strong nerves, and we are not always excellent sailors.
cosmic painting
Qui dove il mare luccica,
e tira forte il vento
su una vecchia terrazza
davanti al golfo di Surriento
un uomo abbraccia una ragazza,
dopo che aveva pianto
poi si schiarisce la voce,
e ricomincia il canto.
Te voglio bene assaje,
ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai,
che scioglie il sangue dint’ ‘e ‘vvene sai.
Vide le luci in mezzo al mare,
pensò alle notti là in America
ma erano solo le lampare
nella bianca scia di un’elica
sentì il dolore nella musica,
si alzò dal pianoforte
ma quando vide la luna uscire da una nuvola
gli sembrò più dolce anche la morte
guardò negli occhi la ragazza,
quelli occhi verdi come il mare
poi all’improvviso uscì una lacrima,
e lui credette di affogare
Te voglio bene assaje,
ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai,
che scioglie il sangue dint’ ‘e ‘vvene sai
Potenza della lirica,
dove ogni dramma è un falso
che con un po’ di trucco e con la mimica
puoi diventare un altro
ma due occhi che ti guardano
così vicini e veri
ti fan scordare le parole,
confondono i pensieri
così diventa tutto piccolo,
anche le notti là in America
ti volti e vedi la tua vita
come la scia di un’elica
ma sì, è la vita che finisce,
ma lui non ci pensò poi tanto
anzi si sentiva già felice,
e ricominciò il suo canto
Te voglio bene assaje,
ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai,
che scioglie il sangue dint’ ‘e ‘vvene sai
Caruso – Lucio Dalla
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