Archivio tag: acrylic contemporary world
prize
In una famiglia si decide tutti insieme cosa fare, ci si suddivide i ruoli, condivide risultati. Una città, Catania terra di Vulcani, Santi e Poeti, Musicisti e Scrittori. Una famiglia rispetta l’impegno, e questo si chiama premio.
cosmic painting
Qui dove il mare luccica,
e tira forte il vento
su una vecchia terrazza
davanti al golfo di Surriento
un uomo abbraccia una ragazza,
dopo che aveva pianto
poi si schiarisce la voce,
e ricomincia il canto.
Te voglio bene assaje,
ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai,
che scioglie il sangue dint’ ‘e ‘vvene sai.
Vide le luci in mezzo al mare,
pensò alle notti là in America
ma erano solo le lampare
nella bianca scia di un’elica
sentì il dolore nella musica,
si alzò dal pianoforte
ma quando vide la luna uscire da una nuvola
gli sembrò più dolce anche la morte
guardò negli occhi la ragazza,
quelli occhi verdi come il mare
poi all’improvviso uscì una lacrima,
e lui credette di affogare
Te voglio bene assaje,
ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai,
che scioglie il sangue dint’ ‘e ‘vvene sai
Potenza della lirica,
dove ogni dramma è un falso
che con un po’ di trucco e con la mimica
puoi diventare un altro
ma due occhi che ti guardano
così vicini e veri
ti fan scordare le parole,
confondono i pensieri
così diventa tutto piccolo,
anche le notti là in America
ti volti e vedi la tua vita
come la scia di un’elica
ma sì, è la vita che finisce,
ma lui non ci pensò poi tanto
anzi si sentiva già felice,
e ricominciò il suo canto
Te voglio bene assaje,
ma tanto tanto bene sai
è una catena ormai,
che scioglie il sangue dint’ ‘e ‘vvene sai
Caruso – Lucio Dalla
#privatecollectionimprintsofpeace
Installazione Antropologica Datemi Spazio
Portali Quantici Pittura Cosmica
Fino al 6 Gennaio h.9/19
Catania Palazzo della Cultura
tracer tracks
rispetto dei confini – testimonial della dinamica urbana –
Originalità, intesa come irripetibile segno marcato ed elaborato dall’artista- un reiterato carpe-diem colto e raccolto. Viraggio e trasposizione della realtà in un contenitore sociale in cui la relazione e il confronto (dove la relazione è il confronto) sono essenze del vissuto quotidiano di etnie specifiche e non. i segni non segni appartengono allo scarabocchio primogenitore di tutti i linguaggi ancor prima dei graffiti testimoni di sopravvivenze, destinate, per arrivare fino a qui.
Indoor: il visitatore ha l’impatto soave pur investito da mille strade percorse di mezzo mondo, rappresentate dall’artista attraverso le sue tele. i colori testimonial di esperienze, traccianti, investono la famelica curiosità del visitatore che si pone con atteggiamento umile ma partecipativo. Claudio di Trifiletti insiste con la sua opera sul tema della pace nel mondo e ha ragione…molta; con coraggio e con capacità di visione ampia insiste ancora, prende a testimonianza le originali “orme traccianti” (mi piace connotarle così) e ne ricava ispirazione nonché linguaggio per comunicare partendo dall’assioma “ground”, casa/base dalla quale tutto principia. le ragioni del suo apparente visionario messaggio e approccio alla contemporaneità si può sintetizzare in un grande gesto, è quello di un grande ABBRACCIO. Di coraggio ne ha, si carica, così, di responsabilità dove la sua città Catania ne porta il vessillo e la storicità.
Pucci Bordone
acrylic details 2005
wrote contemporary
Come segnalibro in questo quaderno una chiave esagonale, serve per modificare un letto. In macchina mi trovo, ascolto musica e rifletto assorbendo un mondo imposto, occhi respirano confusione, sembra quasi che ci sia una totale dimissione. Non importa quello che si possiede quando si è perso il più grande tesoro. Il più grande tesoro sommerso da vetrine, svendite colossali del nulla, incontri sradicati da quella sicurezza nell’anima, confronto con popoli di un’altra barriera, bambini che giocano nel vuoto degli anziani. Fermo in macchina un omino rosso mi chiede di farmi avanti, un vigile fischia, eppure sono fuori da qualsiasi dinamica, sono libero in una gabbia sbarrata da responsabilità. Gli abiti che indosso col tempo perdono colore, confido nella luce interiore. Mi dispiaccio per gli equivoci, le parole messe in bocca, le ali relegate attorno un sentimento. Quarantuno sono gli anni che precedono la mia rinascita, sono molti gli insegnamenti suggeriti nei giorni avvenire. Passeggio nei sogni, respiro il loro sudore, assaggio l’aria del vento che mi bacia, rivedo la mia fronte e scorgo un imbuto che non riesco a sigillare al mio cuore. Dicono che sia profondo, sensibile, ma forse è il risultato del rosso di una coccinella, del numero delle spine di un riccio, e la continua esigenza d’amare, ignorare le provocazioni figlie dell’ignoranza. Desidero rimettere tutto a posto, riporre il peso del mondo, sopra il planare di una farfalla, senza inseguire una palla, lanciando semi in una stella.