Un caffè al semaforo, una cartina a mare, una monetina donata al fiume, un sorriso.
Lido Dei Ciclopi
Un caffè al semaforo, una cartina a mare, una monetina donata al fiume, un sorriso.
Lido Dei Ciclopi
Figli di una traccia crescono nell’incontro, condividono memoria, cercano speranza nel suono armonico. In tono con i propri ricordi, occhi si abbracciano.
Quante occasioni sprecate, a volte per paura, altre per superbia. Paura dell’effetto, quando troppo intense. Superbia quando troppo limpide, da non essere accolte. Mi avvolge fluidamente una forma che predomina il mio essere. Il dolore per una carie, non mi ferma dal mangiare cioccolata, è un dolore che mi accompagna, trattiene. Equilibrio, disciplina, mi sostengono, altre mi smarriscono dentro il sogno. Non c’è cosa impossibile, attimo che colora il sentito. Quanto è vero un tavolo, il sogno ne è a conoscenza, come un palco con gli attori in movimento. Imitazione, inseguire l’azione esempio, essere veloci o lenti non ha voto, ma volontà. Si eliminano gli schemi nella solitudine di un numero unico, come l’attimo di una stella. E’ buio quando è buio, non può essere buio quando è luce. Fede, coraggio dimesso, accettazione di una fine, mai della fine, la fine non esiste dentro un cerchio, tutto gira.
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