Energia si scioglie, il sole albeggia, fluisce acqua in profondità. Ricordi di un tempo che verrà. Credo che ci sia stata affidata la consapevolezza del domani. Ci rivestiremo un rifugio alchemico, ovunque ci rincontreremo le mie porte visibili e invisibili saranno aperte al tuo animo, vicino eterno di casa. Anche le formiche hanno diritto al proprio cielo. Il cielo è intorno a noi. La campagna la sento, la riconosco, perché è in me, anche se vivo in città resta sempre una parte di me, lì dove ho piantato, seminato, e non vedo l’ora tornare. Tutti abbiamo difficoltà, nessuno può essere, divenire senza comprenderle, superarle. Godiamoci l’odore della terra, prendersi cura del giardino, conoscerne le radici.
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Hope
Se parlo dell’artista, parlo anche dell’uomo. Dell’anima che agita il suo pensiero, le sue azioni. Che a noi arrivi il gesto simbolico, che ci colga con le sue impronte, le sue parole intorno al mondo, questo è ciò che serve in un momento fragile come questo.
È da anni che Claudio Arezzo Di Trifiletti racconta di comunione tra gli uomini, di coscienza mondiale, di arte che raccolga il senso comune, la festività delle occasioni. Il raduno delle memorie, i passi sugli asfalti nelle grandi metropoli, il contatto tra menti che condividono gli stessi sentimenti, che possono, che devono inoltrare una rivoluzione sociale. Fatta di ascolto, di un nuovo modo di avvicinare la natura, di renderla nelle nostre ombre, nelle nostre vite, regina e madre, superiore e vicina.
È il senso religioso che Claudio Arezzo Di Trifiletti avanza nel cuore e nei suoi imprints colti nelle strade del mondo e ricostruiti nelle tele abitate da uomini e donne che partecipano alla preghiera. Un afflato che ha bisogno di essere ascoltato, affinché l’arte non sia spaesamento o diversivo, ma luogo di ri-creazione cosmica e ricerca di obiettivi animici in divenire.
Daniela Frisone
One square meter of wood
Chiocciola, spirale, mandala, radici raccontano il cielo alla terra, rami raccontano la terra al cielo, foglie parlano al vento. Geometria dell’universo, guida terrestre, uccellini cantano senza tregua, campane suonano, sento a distanza casa. (Casa Museo sotto l’Etna)
The earth is reborn with the light of the sun.
Time for a shower
“Lettere al dott. B” Presentazione del libro d’artista di Giovanna Brogna/Sonnino 19 ottobre, ore 18.30 Église, via dei Credenzieri, Palermo Nell’ambito della rassegna “DINTORNI | Luoghi circostanti per l’arte 2019 – ISOLA ISOLE”, sabato 19 ottobre, ore 18.30, negli spazi di Église a Palermo si terrà la presentazione del libro d’artista numerato di Giovanna Brogna/Sonnino “Lettere al dott. B”. Nel volume – che non è solo un libro d’artista ma anche autobiografia ed epistolario – confluiscono i diversi linguaggi che l’autrice ama sperimentare e l’isola, luogo geografico da cui l’autrice si allontana e ritorna ciclicamente, coincide con una condizione esistenziale in cui il superamento dell’isolamento coincide con il ritorno alla vita. “Lettere al dott. B” è una raccolta di lettere per Piero Bellanova, uno dei padri fondatori della psicanalisi italiana che coltivava la passione per la pittura, la musica e la poesia ed era ben inserito nel milieu artistico d’avanguardia. Giovanna Brogna/Sonnino si rivolge al dottor Bellanova per una sindrome di depersonalizzazione compilando, con continuità dal 1979 al 1987, un epistolario composto da lettere battute a macchina e accompagnato da materiale eterogeneo come cartoline, ritagli, documenti e fotografie analogiche, per lo più opera dell’artista che proprio in quegli anni inizia a confrontarsi con il mezzo fotografico. Nata a Catania e formatasi in Storia dell’arte all’Università degli Studi di Firenze con Carlo Del Bravo, Giovanna Brogna/Sonnino si specializza come cineoperatore a Roma, lavora per la RAI e realizza, anche in qualità di autrice e produttrice indipendente, film, docufilm e documentari, dedicandosi parallelamente alla fotografia e alla scrittura. Con Giovanna Brogna Sonnino dialogheranno Cristina Costanzo, storico dell’arte e autrice di un testo critico sul volume, Francesco Piazza, direttore artistico e curatore della rassegna, Iole Carollo, fotografa.
17 – TERRA (N.2)
TERRA
TERRA…, TERRA…,
CADE LA LUCE
PRENDO LE TUE MANI
COSI’ MI SCALDERO?
… NON SCORDARE QUESTA NOTTE…
6-2-1995 Antonio Paternò del Toscano
adventures in the dream
Arrivare primo è un lusso per chi gareggia. Percorrere un sentiero non scelto, affidarsi. Ogni tanto energie si esauriscono, capita svegliarsi dinanzi una luna ferma, immobile, piena e luminosa, chiudere gli occhi, avere quella goccia che basta per proseguire.
gold circles
C’è bisogno di coscienza, obbedienza alla terra che ci dà accoglienza. Il mondo non è di nessuna appartenenza, siamo di passaggio per raccontare un miraggio. Non recito, leggo il consiglio che respiro ascolta. In bilancio dovrebbero esserci alberi, in salvataggio uomini, ancoraggio umanità previdente. Parole astratte chiedono respiro alla terra.
Ogni volta che mi sono superato, non l’ho fatto apposta.
Tempi presenti, andato è il momento, tutto si ferma quando c’è sentimento.
There is a need for conscience, obedience to the earth that gives us welcome. The world belongs to no one, we are passing through to tell a mirage. I am not an actor, I read the advice I breathe. In the balance of all things,there should be trees, in rescue there should be men, foresighted humanity should be anchored. Abstract words ask the earth for a breath.
Whenever I went beyond my expectations, I didn’t do it on purpose.
Present times, gone is the moment, everything stops when there is feeling.
Sicily island of the world
Mi piace pensare che un giorno torneremo tutti a mangiare la frutta dall’albero, mentre i bambini cercano le uova nel pollaio. I papiri crescono nella gebbia, tra ninfee e pesci, e gli uccelli volano alti nel cielo, mentre di notte le volpi cantano, e i ricci escono senza paura. I disegni nelle pietre raccontano di un mare che ora è deserto, dell’acqua senza possesso, della terra che ci è stata donata per essere amata.
I like to think that one day we will all go back to eating fruit from the tree, while children will look for eggs in the chicken coop. The papyri grow in the gebbia, among water lilies and fish, and the birds fly high in the sky, while at night the foxes sing, and the hedgehogs come out without fear. The designs in the stones tell of a sea that is now a desert, of water without possession, of the land that was given to us to be loved.
Aiuta che Dio ti aiuta era un detto antico, molto potente che è stato sminuito. Porti chiusi, porti aperti, è un modo come dividere, buoni e cattivi, fascisti e comunisti, mi dispiace resto solo. La verità è, che la Sicilia insegnerà al mondo, l’essenza dell’amore, che equivale alla realizzazione. Abbiamo terra, acqua, risorse di ogni genere, per far tornare il contenuto dentro le parole, per riscoprire la radice del candore. Pace
Help others because God helps you was an ancient saying that was very powerful and that has lost its appeal. Closed ports, open ports, it’s all a way to divide people into groups: good and bad, fascists and communists. I’m sorry, I’m on my own here. The truth is, that Sicily will teach the world the essence of love, which is equivalent to realization. We have land, water, resources of all kinds, to bring the meaning back into words, to rediscover the root of candor. Peace
La cosa più bella che ho appreso in Oriente, è che la preghiera risiede nel silenzio dei passi inascoltati.
The most beautiful thing I learned in the East is that prayer resides in the silence of unheard steps.
Non desidero avere tutto, perché sarebbe niente, desidero avere il giusto, perché il giusto è per sempre.
I don’t want to have everything, because in the end it would amount to nothing, I want to have what suffices, because that will last forever.
Perché a volte il vento è forte quanto la corrente, bisogna avere nervi saldi, e non siamo sempre ottimi marinai.
Sometimes the wind is as strong as the current, so you need to have strong nerves, and we are not always excellent sailors.
my sicily
In quel periodo lavorando la terra a mani nude, ascoltando il posizionamento delle radici, ho appreso la memoria delle pietre. È incredibile come si fosse svelata, forse attraverso le stesse mani che le toccavano, anche loro oltre a custodire un profondo e antico messaggio, desideravano essere collocate nel verso giusto. Anticamente era una pratica molto diffusa tra i saggi delle campagne, basta guardare un muro a secco, da scorgere una connessione che non può essere studiata, se non appresa attraverso il fare, donare parola, ritrovare lo spirito di un tempo.