Archivio tag: claudio arezzo di trifiletti
coincidences
The ritual of gesture
Grazie ad un progetto per una materia del mio corso accademico e alla conoscenza da parte della mia cara collega con cui lo sto elaborando, quest’anno ho avuto la fortuna di conoscere un artista catanese, Claudio Arezzo di Trifiletti. Una persona con una personalità e carattere a me nuovi in quanto a disponibilità verso gli altri, desiderio di dare, energia positiva e forza coinvolgente del fare, aspetti che si riflettono anche nelle sue opere, nate dalla sinergia con gli uomini e con la Madre Terra. Con le scene che io e la mia collega Matilde abbiamo ripreso, grazie e soprattutto alla disponibilità e gentilezza di Claudio, e attraverso la spontaneità e improvvisazione dell’ordine di ripresa, è stato possibile conoscere il suo pensiero ed il suo modo di vedere e sentire il mondo, mondo che vive ponendo l’attenzione anche a gesti quotidiani spesso trascurati, ma che hanno una loro valenza e simbologia. Quello che io e la mia collega abbiamo sentito durante le riprese sono state sensazioni di pace e tranquillità, di armonia e positività, e spero che chiunque guardi queste riprese possa apprezzare e sentire a pieno come noi: il pensiero, l’originalità, i sentimenti e la spontaneità che Claudio mette nella sua arte e nel suo rapportarsi con gli altri e con tutto ciò che lo circonda; qualità non comuni che vanno valorizzate, considerate e prese da esempio, in un periodo in cui tutto viene dato per scontato e si ha poca tolleranza verso tutto, perdendo di vista i veri valori del vivere comune.
Alessandra Bernunzo
The rhetoric of the center
Pillars
wrote contemporary
Come segnalibro in questo quaderno una chiave esagonale, serve per modificare un letto. In macchina mi trovo, ascolto musica e rifletto assorbendo un mondo imposto, occhi respirano confusione, sembra quasi che ci sia una totale dimissione. Non importa quello che si possiede quando si è perso il più grande tesoro. Il più grande tesoro sommerso da vetrine, svendite colossali del nulla, incontri sradicati da quella sicurezza nell’anima, confronto con popoli di un’altra barriera, bambini che giocano nel vuoto degli anziani. Fermo in macchina un omino rosso mi chiede di farmi avanti, un vigile fischia, eppure sono fuori da qualsiasi dinamica, sono libero in una gabbia sbarrata da responsabilità. Gli abiti che indosso col tempo perdono colore, confido nella luce interiore. Mi dispiaccio per gli equivoci, le parole messe in bocca, le ali relegate attorno un sentimento. Quarantuno sono gli anni che precedono la mia rinascita, sono molti gli insegnamenti suggeriti nei giorni avvenire. Passeggio nei sogni, respiro il loro sudore, assaggio l’aria del vento che mi bacia, rivedo la mia fronte e scorgo un imbuto che non riesco a sigillare al mio cuore. Dicono che sia profondo, sensibile, ma forse è il risultato del rosso di una coccinella, del numero delle spine di un riccio, e la continua esigenza d’amare, ignorare le provocazioni figlie dell’ignoranza. Desidero rimettere tutto a posto, riporre il peso del mondo, sopra il planare di una farfalla, senza inseguire una palla, lanciando semi in una stella.
connection rome
Roma come New York, impero è stato, impero rimane. Costellazioni, pianeti, trasferimento di pensieri, energie, vibrazioni, connessioni. Roma figlia della lupa, fedele combattente. Cammina veloce la memoria dei mondi che girano intorno.
Spazio fluido è un incontro, desidera spaziare attraverso i pensieri dei fruitori, portare lo spettatore in una dimensione interiore. Esternare un angolazione più ampia, creare un mondo reale, una realtà visionaria.
a story in more
visioni viscerali – visceral visions – visions viscérales