Archivio tag: σύγχρονη γραφή

Colori al Vento

Mettiamo il passato nella misericordia di Dio, il futuro nella sua provvidenza e facciamo del presente un atto d’immenso amore. (Sant’Agostino) – Maglie, colori scelti dall’armadio. Che privilegio avere una casa, una porta sempre aperta. Non desidero dare seguito al rifiuto, sono belle le storie che le riguardano, tante buone azioni per la strada di tutti i giorni. Legni di mare e legni di servizio, scala dopo scala prendono forma, condividono la scena. Una croce verso il mare, una benedizione, raccomandazione di colui che sente per vedere. Quante anime premature salgono in cielo? Le traversate della speranza verso un vortice che inghiotte il sogno. Riflessioni di una notte in preghiera. (Cortile delle Nevi)

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Tra Cielo e Terra / Sono tempi così grigi che il sole lo dipingo col cuore!

Lo spirito, il maschile e il femminile, la brama, carnale e terrena. Il centro, il sentimento, la libertà, la reale essenza dell’origine, presente ovunque, ai lati corrotta. La veste, il doversi coprire, la paura del giudizio, il cercare di elevarsi attraverso manifestazioni prive di contenuto. Ai piedi, la Geometria dell’Universo Sovrana della Natura. (Venere) / Botticelli

Sono tempi così grigi che il sole lo dipingo col cuore!

Bisogna sempre avere il coraggio delle proprie idee e non temere le conseguenze perché l’uomo è libero solo quando può esprimere il proprio pensiero senza piegarsi ai condizionamenti. (Charlie Chaplin) / (Stefano Coco) – Caro amico, ci incontravamo per strada, con tua moglie, i bambini oramai cresciuti. Quanti ricordi ci trattenevano a raccontarci del bene, solo i marciapiedi potevano sapere. Animo leale e coraggioso. Dinamiche ancora da accertare leggo, un fratello mi confida: Claudio non l’ho riconosciuto neanche in volto. Stefano, amore della nostra città, tutti ti volevano bene, tu davvero eri il figlio del popolo, uno spirito libero che non si piega. Stefano merita una statua nel viale degli uomini illustri. Ha combattuto per la sua terra e lo continuerà a fare. Ti voglio bene e te ne vorrò sempre, sarai compagno sorridente e consiglio nell’affrontare l’amara corrente. (Stelle Acrobate) / Il Cigno è un Drago che sceglie il Sentiero dell’Amore.

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Arte fedele compagna, sentiero dell'impossibile reso accessibile. (Amos)

La Sicilia è l’Isola più Ricca d’Europa come Giacimenti d’Oro ancora Vergini. Quell’Oro sono il Cuore delle nostre Montagne, il Magnetismo di una Splendida Isola al Centro del Mediterraneo. (Montagne Sacre) / Ne avrei davvero bisogno, addormentarmi col suono delle onde, alleggerire il pensiero dentro un granello di sabbia, e poi al tramonto sorseggiare della malvasia col vento d’oltremare. (Sicily needs love) / Porta delle Soluzioni, La Rinascita della Zucca.

Lasciare i sogni al fluire dell’acqua

Una matassa, ci vuole pazienza, molta pazienza e forbice nel cassetto. Incontriamo tante persone, alcune avranno bisogno di parlarci contro, altre resteranno ancorate al ricordo, ai bei momenti, a tutte le cose che rendono questa vita unica, sofferta, ma sempre desiderata. Che possa realizzare i miei desideri in sintonia col Tuo disegno. Anime irrealizzate cercano nutrimento sopraffacendo il prossimo, elevarsi attraverso la sottomissione. La gentilezza in vari casi può essere fraintesa, come anche l’ignorare per non disperdersi in ostili atteggiamenti. Oggi si ha l’illusione che chi fa guerra porta a casa gloria, in realtà chi ha pace dentro realizza. Coltivare la solitudine come compagnia di se stessi, e la condivisione come incontro.

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Story of a Patrician Holy Family in Sicily

Catania, 5 febbraio 251 – “Bambina mia non ti esporre, lo sai che noi cristiani siamo perseguitati” Questa è la storia di una famiglia tra le più influenti del mondo, risiedeva nella città di Catania. Palazzi, ori e gioielli, salotti e giardini, una casata con antiche radici patrizie, misericordia, luce di pace risiedeva in quelle mura.

Racconto di una Santa Famiglia Patrizia in Sicilia

Racconto di una Santa Famiglia Patrizia in Sicilia

Agata era sempre fuori, in mezzo alla campagna, correva e cantava lodi al Signore, era un mondo dove il popolo si inginocchiava, faceva omaggio a bestie di pietra, chiamate in quell’epoca divinità. Catania era una città differente, fatta di povera gente, giardini e cavalli, le strade erano di terra battuta, oggi sono a circa 15 metri di profondità sotto il contemporaneo. Padre e madre, profonde guide devote al Cristo per generazioni, non riuscirono a sottrarre la figliola dalle grinfie di quel potere terreno assodato tra impero e tenebra. “Bambina mia, perché doni tutti i tuoi abiti?” Agata si disfaceva di tutta la materia, gioielli per lei erano il pane della sua gente, si rammaricava quando incontrava tristezza e il suo volto era di un candore disarmante. Provarono ripetutamente a corrompere il suo animo, ma niente poté arrestare la Sua completa devozione allo Spirito dei cieli. Teatri offrivano scenari atroci, coloro che perseguivano l’insegnamento di Gesù erano perseguitati, beffeggiati, imprigionati, buttati tra le belve, questo era lo spettacolo. Agata perdona tutto e tutti, il suo dolore è strada verso l’Altissimo. Testimonianze manifestano l’appartenere all’Onnipotenza, ma vengono sempre prese come sfide al potere terreno, al punto da dover proteggere anche i suoi carcerieri dall’improvvisa apertura dei cancelli di tutte le celle. Luce Benedetta, Manifesta, Guarisce le Sue ferite, dolore, refrigerio, calore, guarigione. Prigionieri tornano liberi, ma Lei non può andare, i soldati non vuol fare giustiziare, continua essenza amorevole persevera, i suoi seni sono integri. Agata viene nascosta in una vicina tenuta di proprietà della famiglia, oggi sarebbe San Giovanni Galermo, questa volta è davvero in pericolo. Quinziano la vuole giustiziare, il popolo viene perseguitato alla ricerca di una confidenza su dove potesse trovarsi la perseguitata. Agata racconta l’amore universale, evangelizza i contadini che lavoravano la terra. All’improvviso la notte viene portata via dai soldati che riuscirono a rintracciarla. Rapita con violenza sarà giustiziata alle prime luci, la madre non potendo fare altro, porge alla figlia un’antichissima stoffa, chiamato oggi Velo di Sant’Agata che la proteggerà dal fuoco, ma non dall’insaziabilità di sangue perpetuo dell’impero, eppure il proconsole era stato messo in guardia: “ Lascia stare Agata”, ma niente sembrava scalfire il dominio che reggeva le sorti di quella fanciulla. Verrà portata senza vita fisica dentro le grotte che si trovavano nell’antico cimitero, oggi la fiera (Piazza Carlo Alberto). Agata era molto affezionata a quei luoghi, il suono dei ruscelli, il soffio di quel bosco. Agata Martire, Etna Martire, Madre Terra Martire, chi conserva valori risiede in tesori spirituali. Il Velo, potrebbe essere appartenuto all’Immacolata Concezione e tramandato da famiglia in famiglia. Quinziano in fuga scompare insieme alle sue vili gesta e Catania torna ad adorare quella bambina che solo amore di vero cuore sapeva donare. Questa è la storia della più bella famiglia che abbia messo piede in questa terra, il racconto di ramificazioni di Santi in Sicilia è vasto, come la memoria sotterrata. Devozione, testimonianza, tramandare preghiere, ascoltare, colonne sono polvere difronte il desiderio di rinascita. Agata sarà la liberazione della patria.

silence that nourishes

Nell’uomo è insita la creazione, nella vita la nascita, nella parola il contenuto. Augurio, esperienza, silenzio che nutre.