Ogni notte mi mettevo in macchina, alle ore due uscivo di casa, avevo 23 anni, andavo a gestire il mio club, credevo in una grande forza, la forza dell’armonia, non desideravo vedere gente attendere l’omaggio troppo a lungo, a volte invitavo a entrare e ad accomodarsi al bancone per brindare, per me una bottiglia costava poco più di 5 euro, mi piaceva essere generoso, non sopportavo l’avarizia. Al bar, come all’ingresso chi si ricorda, tutti erano titolari. All’alba quando si chiudeva la cassa, nonostante a volte mi facevo prendere anche da follie, dalla serie, 10 minuti tutti bevono gratis, o altre sparate, eravamo sempre in attivo. Da quel periodo sono nate molte realtà all’interno di quelle mura, molti dj erano usciti dal giro, e all’interno di quelle mura sono rientrati, anzi forse si sono lanciati. Erano tempi che si litigava, certo l’invidia nei confronti di così tanto successo era palese, ma ogni alba, guardavo il cielo, ammiravo l’orizzonte da quel terrazzo sul mare, e notavo quanto grande potesse essere il mondo, l’universo, e quanto a volte mi sentissi meccanismo, quasi come un registratore di cassa, o una macchina del ghiaccio. Oggi non ho rimpianti, di aver rinunciato a proseguire quel percorso, iniziato quando molti p.r di oggi, all’epoca giocavano a calcetto dentro il cortile, però a volte provo tristezza nel trovare le menti stagne, menti che rinunciano ai propri sogni, facendo di una cosa appresa, missione di vita, o forse non riuscendo ad esistere senza la lista, o le consumazioni numerate. Notte
Night
Lascia una risposta