Siamo il derivato di quello che apprendiamo nella più tenera età. Ogni bambino dovrebbe nascere immerso nella natura, ascoltare ogni singolo suono, toccare la terra, sentirne l’odore fino a quello dei fiori. Ogni bambino, dovrebbe prendere confidenza con quanti più animali possibili, piantare alberi che un giorno gli ricorderanno del tempo trascorso. (Cortile delle Nevi)
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NO ALL’IBERNAZIONE
Mentre parte del mondo patisce la fame, la ricerca tecnologica avanza, richiedendo sempre più contributi per una ricerca folle: l’immortalità. Forse Vi sembrerà eccessivo, ma l’arte cerca di trasmettere quello che oggi è indecente per pochi…, e che domani potrà divenire indecente per molti. Quest’Opera si chiama, No all’ibernazione. Oggi ci sono molti cadaveri ibernati, ogni corpo consuma moltissima energia, quasi quanto un isolato se non di più. La cosa assai più assurda, che quest’opera mi è stata commissionata da un eremita che mi ha tradotto dei passi, di un prete che in letto di morte, ebbe come delle illuminazioni riguardo l’ibernazione, infatti vedeva questi corpi che si svegliavano senz’anima. Occhi gelidi, mostruose creature. Non è un problema di oggi, ma tra un paio d’anni vedrete che faranno un referendum anche per questa assurdità, d’altronde sotto il naso dei nostri nonni ci è stata soffiata l’acqua come bene comune, figuriamoci se già non hanno prestabilito tutto, io ho messo le mani avanti, questo per me significa fare arte, scovare e comunicare in tempi non sospetti.
STRUMENTI
euro
Installation Art 2011
CATANIA 31,03,2011 Ore,01:18
La civiltà, una pillola per la notte, una per il giorno.
Un giorno se ne va
mentre i fronzoli
piantano il solito nulla.
Ma quando la primavera
si sveglia
la speranza si alza.
La Speranza di un mondo
Umano che crede
alla vita del pianeta.
Una Candela per il Giappone,
e per tutti coloro
che stanno lottando
contro il buio, si accende.
E’ notte, mentre
auguro una Buonanotte
a mia nonna,
ho paura che questa pace
che mi permette di meditare
per coloro che pace
non hanno,
possa dimenticarsi di noi,
dimenticandoci di loro.
Come una ferita
non curata
può avvelenare
l’intero corpo.
“Tutto è collegato”